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Milano

Progettazione: 2014
 

Concorso di progettazione
 

Team di progettazione: arch. Gianni Izzo, arch. Claudio Boni

 

Come da prescrizioni di Piano, nell’edificio si prevede l’inserimento di più destinazioni. Inoltre, ampliamenti e ridefinizioni della volumetria sono pensati nel rispetto della sagoma esistente e delle normative vigenti.

Il 2° piano interrato è destinato a locali impianti, cantine per appartamenti, archivi per uffici e al 2° livello del silos autorimessa.

Il 1° piano interrato è destinato a deposito ed eventuale ampliamento dei locali commerciali del piano terra con rispettivi servizi igienici e al 1° livello del silos autorimessa.

Il piano terra è destinato a locali commerciali e all’ingresso principale dell’edificio, unico per uffici e appartamenti. Questo si divide in scale e ascensori per l’accesso agli uffici e per l’accesso agli appartamenti e che portano anche ai piani interrati di pertinenza. Al piano terra si trova inoltre l’ingresso ai silos autorimessa.

Vista la sezione ridotta di via delle Orsole, le vetrine vengono arretrate rispetto al filo fabbricato per formare un porticato che protegga i fruitori dei negozi e permetta l’accesso all’edificio al coperto e non pericoloso.

I piani dal 1° al 3°, destinati a uffici, sono caratterizzati da uno spazio comune a tripla altezza che fa da reception e lounge. In questa fase gli uffici sono pensati come ambienti open-space in vista di una eventuale successiva suddivisione o come spazi di co-working. I servizi igienici sono concentrati in un'unica zona, ma divisibili per ogni ufficio singolo.

I piani dal 4° al 6° sono destinati a residenza: il 4° prevede un appartamento su un livello con terrazzo, o, in alternativa, due appartamenti, il 5° e il 6° prevedono un appartamento su due livelli con area centrale a doppia altezza. Vista la zona di prestigio in cui si inserisce l’edificio, si prevedono appartamenti di lusso.

Gli impianti saranno situati al 2° piano interrato. Si sfrutterà l’ampio cavedio esistente per distribuire in maniera concentrata gli stessi a tutti i piani: oltre agli impianti canonici (elettrico, idrosanitario, scarico, termico e raffrescamento) si prevede la posa di un impianto di VMC e fotovoltaico. Si fa notare come lavorando su involucro ed esposizione si voglia limitare al minimo la presenza di impianti di riscaldamento e raffrescamento.

Si ritiene che per una reale riqualificazione energetica dell’edificio, e non solo di sostenibilità, si debba intervenire sull’involucro con una certificazione che tenga più in considerazione la struttura edilizia e l’annullamento dei ponti termici. Pertanto, si prevede di demolire tutti i tamponamenti lasciando a nudo la struttura e ricostruire l’involucro con: murature e cappotto con trasmittanza U=0,12 W/mqK, serramenti per edifici passivi e vetri tripli con U=0,6/0,8 W/mqK. Cappotto e vetrate annulleranno i ponti termici attraverso un meticoloso progetto coordinato che porti l’edificio ad avere un fabbisogno energetico vicino o inferiore a 10 kWh/mqa, mentre il collaudo finale dell’edificio con Blower Door Test garantirà la tenuta all’aria. Il tutto assicurerà un comfort interno massimo nonostante la semplicità impiantistica e consentirà di avere un edificio gas-free. Il raffrescamento, oltre che da un minimo impianto, sarà garantito da uno studio attento dell’ombreggiamento tramite pareti ventilate forate e frangisole, che caratterizzeranno la facciata e l’estetica esterna dell’edificio.

Per quanto riguarda le facciate, queste saranno rivestite parte in pietra locale, con richiamo alle facciate originarie, e in parte vetrate. I pannelli per la facciata ventilata e i frangisole si prevedono in acciaio corten, con colori e configurazioni che si abbinino a quelli degli edifici limitrofi.

La gestione di manutenzione ed economica dell’edificio sarà minima per la semplicità impiantistica garantita da un involucro efficiente e da facciate protette.

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